Rosario Vesco

Giuseppe Mendola

Corpulenti contadini, ieratiche figure di donna, paesaggi del caldo sud col centenario ulivo dal tronco nodoso, sono immagini e metafore. Tanta carica mentale è il filo conduttore dell’espansione emotiva per l’ottenimento di una crescita che fa di Rosario Vesco il fine rappresentante di una pittura aurea e scintillante, comunicativa nella sua espressione. Intuito, vista incentrata sui particolari, tatto sulla tela e gusto nell’assaporare le finezze danno risultati di bravura apprezzati e cercati. Interpretazione e carica di versatile agilità forniscono la solare essenza di un impegno pittorico che, nell’equilibrata struttura d’insieme, raccorda ritmo creativo e coerenza professionale, Segni decisi in colori raffinati ubbidiscono ad un sintetismo necessario nella maestria di un proprio messaggio.
2004
Da “Incontri con gli artisti” di Giuseppe Mendola – anno 2004 "Rosario Vesco Immagini e metafore della Sicilia parte III"
La ricerca sulla civiltà contadina è stato un lavoro piacevole per Vesco nel ricordo e nel riscontro trovato nell’esistenza della condizione familiare che emerge dalle immutabili cose di tutti i giorni: dal desco alla cucina, da ogni problematica alla religiosità. Nel volto delle figure rappresentate vi è l’attesa, il consenso e la speranza di ogni soggetto che persegue, nel suo cammino, una proiezione che va verso il trascendente. Un tono di luce, già linfa vitale, che richiama la individualità cromatica ma anche l’indovinata espansione di un’armoniosa e ricercata tonalità nel perseguire il suo intimo pensiero. La composizione fa pensare ad una coreografia raffigurante il vero nel contorno mnemonico, che ben adatta il reale al simbolismo. Le immagini d’impulso rendono attimi di paradiso e notazioni infernali come il tempo che scorre in contrasti cromatici nel crogiolo di colori.
2004
Da “Incontri con gli artisti” di Giuseppe Mendola – anno 2004 "Rosario Vesco Immagini e metafore della Sicilia parte II"
L’ispirazione pittorica di Rosario Vesco parte dallo stretto legame con la Sicilia. La sua fantasia ha catturato i consensi di un pubblico che condivide gli odori profondi e sensuali della Sicilia. Nei fiori, nel mare e nei mercati, il pittore tuffa le sue sensazioni per farle riemergere con un costrutto dalle larghe visioni spaziali e temporali. Paesaggi e materie vive non con riferimento ad un oggetto o ad un luogo ma all’anima degli stessi. Alberi e case in figurazioni animiste tra cosmo ed umanità in un divenire della vigorosa mutevole atmosfera.
2004
Da “Incontri con gli artisti” di Giuseppe Mendola – anno 2004 "Rosario Vesco Immagini e metafore della Sicilia parte I"
L'arte pittorica di Rosario Vesco, con caratteri pittorici ed analitici dai singolari richiami, impreziosisce l'arcano retaggio dell'antica rocca militare, secolare presidio strategico che, per volontà del grande Vescovo Castelli, nella seconda metà del '700, fu ristrutturato ad Istituto per le Suore Collegine di vitale animazione con larghe vedute sociali nell'espressione di pura interiorità. Il secolo che ha chiuso il 2° millennio ha sviscerato le sfumature artistiche (in Cefalù il riverbero della lunga onda delle grandezze a patire dal famoso Ritratto d'Ignoto di Antonello da Messina) ed ha animato correnti caratterizzate dai tentativi con diversificazioni di forme e colori in una congerie di utilizzazione di materiale nella tecnica più aggiornata. Il singolo o il gruppo, il caposcuola ed i suoi seguaci hanno consolidato una pittura esprimendo sentimento e forza creativa. Cefalù, vigile alle nuove proposte, ha approntato il liceo linguistico e l'istituto d'arte e prepara il Palasport e l'istituto alberghiero, rivendicandosi scrigno composito. I suoi eccellenti richiami del passato e l'ariosa prospettiva di nuove potenzialità danno ospitalità e sostegno agli espressi tentativi spingendo i dotati verso suggestive novità.
21 Ottobre 2000
Passato e futuro in Cefalù: fucina d'arte in un crogiolo di memorie - Ia parte
Cefalù è essa stessa la Sicilia, l'ha rappresentata attraverso le sue punte più eccellenti con lo scultore Jacopo Del Duca che fu lo Jacopo Siciliano ed il pittore Giovan Battista Azzolino che veniva soprannominato il Siciliano; la completezza artistica con la pittura di Francesco Bevilacqua, col mosaico di Giuseppe Bonanno Zuccaro, col mecenatismo di Enrico Piraino (Barone di Mandralisca) e la scuola serale d'arte di Diego Bianca Amato. Con la rosa di così splendidi petali la città di Cefalù coniuga la presenza di ente locale tra comune e provincia dispiegando le risorse dell'antichissima origine non solo del Duomo di Ruggero II ma complessivamente nella suggestione architettonica inglobata tra il romanico, il bizantino e l'arabo, tornando sempre, con avvenimenti di rilievo, all'arte. Ogni anfratto ed ogni angolatura diventa cultura di storia aperta al bello. Oggi è il messaggio di Rosario Vesco che fa scorrere nelle tele una areazione fantastica presentata con carica emotiva che l'artista riesce ad espandere dispiegando presenze estetiche ridondanti di amorosi sensi. Col fascino dei soggetti per l'amore che da Milano lo chiamano alla sua terra, per il calore che instaura nel rapporto di scambievole ….
21 Ottobre 2000
“Passato e futuro in Cefalù: fucina d'arte in un crogiolo di memorie”
...che ha dato il maggior pregio di compiutezza e di asilo alle vicende storiche di Palermo e per il possente Chiostro di San Giovanni degli Eremiti, di grande pregio nella corsia di colonne che Vesco ha riprodotto in massiccio presidio di saldezza pittorica in espansione di umanità e religiosità. Presentando Vesco già nella rivista Sikania del gennaio '99 esprimevo un richiamo forte alle opere dai profondi odori per la portata delle sensualità di sicula potenza in pregnanti visioni spaziali e temporali. Opere che si moltiplicano a Cefalù nella sventagliata paesaggistica e nelle figurazioni della civiltà contadina in meritevole notazione culturale. I soggetti rappresentati in espressione di attesa, sia di consenso che di speranza, sottolineano il tocco di luce mentre nella composizione primeggia l'armonia degli intimi pensieri delineati magistralmente. La simbologia attraverso gli animali accompagna e testimonia la costanza lavorativa con primaria scelta del cavallo per presenza, forza e prestazione nel ludico e lavorativo. Pittura scintillante con impegno premiato da equilibrata struttura d'insieme a raccordare al ritmo creativo con la coerenza professionale ben nota di Rosario Vesco.
21 Ottobre 2000
“Passato e futuro in Cefalù: fucina d'arte in un crogiolo di memorie” IIIa parte
La variegata presentazione di brillanti cestini con frutta ha il senso dell'abbondanza per gustare quelle nature morte che hanno strappato un simpatico complimento fra le firme: "Rosario sono uno zucchero!". Dalla linea dei ritratti scendiamo ad un oggetto legato all'antichità che campeggia in mostra con la brocca (bummulu) in cornice a richiamo della primordiale utilità nelle rustiche cucine ma, emblematico nel decorso dei secoli, prezioso cimelio nei musei. Incondizionata comunicativa a continuare il discorso intrapreso con l'artista e nell'esperienza di osservare quanti sanno lasciare operosità di gusto, la convinzione della buona pittura di Rosario Vesco per il suo intimistico sentire, senza richiami capziosi nello stilismo, pronto a risultati che lasciano il segno per un lungo cammino.
21 Ottobre 2000
“Passato e futuro in Cefalù: fucina d'arte in un crogiolo di memorie” - IV parte
Nel cortile il cocchiere, dopo avere armeggiato con spugna e secchi d’acqua, si apprestava alla lucidatura dello chassis e delle cromature per passare a governare il cavallo, affrancato dalla sua razione di biada. Ed ora i cavalli in sosta di riposo o di attesa di Rosario Vesco ammalianti nella ricca bardatura...
10 Marzo 1999
Commento Critico all’opera “Cavalli da Carrozza” di Rosario Vesco
Nel cortile il cocchiere, dopo avere armeggiato con spugna e secchi d’acqua, si apprestava alla lucidatura dello chassis e delle cromature per passare a governare il cavallo, affrancato dalla sua razione di biada. Ed ora i cavalli in sosta di riposo o di attesa di Rosario Vesco ammalianti nella ricca bardatura...
10 Marzo 1999
Commento Critico all’opera “Cavalli da Carrozza” di Rosario Vesco
Mazzarino significa non solo centro operoso ed ospitale ma anche di cultura e vitalità salesiana e, come ex allievo salesiano impegnato e responsabile per la Sicilia Occidentale della CONFEDEREX (cioè Confederazione degli ex delle scuole cattoliche), faccio sapere che in novembre si svolgerà a Roma il Consiglio Nazionale con primario punto la parità tra la scuola pubblica e la privata. Libertà, educazione ed insegnamento hanno riscontro nelle belle arti ed io nell’Associazione ho voluto privilegiare disegno e pittura. Rosario Vesco ha una produzione di varia tecnica che si svolge su diverse tematiche, negli olii e negli acquerelli, nelle tele e sul legno. Ho già presentato la mostra a Sciacca ed in contemporanea si è svolta la personale anche a Cefalù e stasera a Mazzarino e ciò sta a significare attività, produzione ed amore per l’arte di Vesco con un estro artistico che risulta largamente apprezzato. La sua pittura, come accorgimento estetico, comincia dalle scene con la presenza d'animali nella semplicità e nel rispetto della natura, certo non manca un'insorgenza di vita sognata e vissuta. Da una luce radente ogni opera di Vesco raggiunge un progressivo e studiato dosaggio cromatico. Dall’equilibrio disegnativo delle immagini paesaggistiche raggiunge un caleidoscopio di colori e di luci che si tramutano in voci. Poi è la volta della vitalità dei personaggi rappresentati con espressioni attente ai volti, dal brillio degli occhi alla mimica facciale. Riesce a tradurre le immagini di un evento in misteriose forme conferendo ai corpi le suggestioni più alte della fantasia con spirito selettivo nei colori per trarne musicalità. Rosario Vesco ha particolare versatilità per il bello e con coerenza affina il proprio stile nelle scelte adottate. La pittura del maestro ha un'ispirazione vitale con una partenza di stretto legame con la sua terra di Sicilia, la sua fantasia cattura i consensi del pubblico che condivide i colori e gli odori profondi. Nei fiori, nel mare e nei mercati il pittore espande le sue sensazioni facendole riemergere in un costrutto di larghe visioni spaziali. Paesaggi e materie vive non come riferimento ad un soggetto o luogo ma all’anima di un divenire di vigorosa atmosfera. La ricerca nel mondo contadino è stato un piacevole lavoro per Vesco nel ricorso e nel riscontro di condizioni che emergono nelle cose e nei casi di ogni giorno nella problematica di vita vissuta. Nel volto delle figure rappresentate vi è l’attesa, il consenso e la speranza che si persegue nel cammino verso il trascendente mentre si vive e si opera nel presente. Un tono di luce quale linfa vitale che richiama le individualità cromatiche nell'indovinata espansione di un'armoniosa e ricercata tonalità nel perseguire il suo intimo pensiero. Per Vesco la pittura è un dono che gli sta dentro perché è un modo personale d'accostarsi alle cose ed è arcano ogni suo sforzo. Il togliere la patina di mistero per fare emergere materiali regole su un pensiero recondito o su un'esplodente aspirazione potrebbe significare non avere assimilato la profondità intrinseca della singola scena che ci presenta. Ma la partecipazione corale dà consapevolezza e condivisione. Disegno svelto e leggero, linearità di contorni e carica emotiva rendono l’acquerello accattivante al mio stato d’animo che, quando ammiro la potenzialità espressa negli acquerelli, immagino Vesco trasmettere la sua immaginazione con la spinta ideale di una lancetta d’orologio che libera, in modo virtuale, una sequela di bollicine iridescenti che vagano un po' nell’aria della sua immaginazione creativa per poi posarsi per diventare composizione in un’opera d’arte.
18 Agosto 1998
Presentazione della mostra personale di Rosario Vesco Mazzarino Ex-convento S. Domenico
L’ispirazione pittorica di Rosario Vesco ha una partenza di stretto legame con la sua terra, la sua fantasia ha catturato i consensi di un pubblico che condivide gli odori profondi e sensuali della Sicilia. Nei fiori, nel mare e nei mercati il pittore tuffa le sue sensazioni per farli riemergere con un costrutto dalle larghe visioni spaziali e temporali. Paesaggi e materie vive non con riferimento ad un oggetto o ad un luogo ma all’anima degli stessi. Alberi e case in figurazioni animiste tra cosmo ed umanità in un divenire nella vigorosa mutevole atmosfera. La ricerca sulla civiltà contadina é stato un lavoro piacevole per Vesco nel ricordo e nel riscontro trovato nell’esistenza della condizione familiare che emerge dalle immutabili cose di tutti i giorni: dal desco alla cucina, da ogni problematica alla religiosità. Nel volto delle figure rappresentate vi é l’attesa, il consenso e la speranza di ogni soggetto che persegue, nel suo cammino, una proiezione che va verso il trascendente. Un tono di luce, già linfa vitale, che richiama la individualità cromatica ma anche l’indovinata espansione di una armoniosa e ricercata tonalità nel perseguire il suo intimo pensiero. La composizione fa pensare ad una coreografia raffigurante il vero nel contorno mnemonico, che ben adatta il reale al simbolismo. Le immagini d’impulso rendono attimi di paradiso e notazioni infernali come il tempo che scorre in contrasti cromatici nel crogiolo di colori. Corpulenti contadini, ieratiche figure di donna, paesaggi dal caldo sud dal centenario ulivo dai tronchi nodosi, sono immagini e metafore. Tanta carica mentale é il filo conduttore dell’espansione emotiva per l’ottenimento di una crescita che fa di Rosario Vesco il fine rappresentante di una pittura aurea e scintillante, comunicativa nella sua espressione. Intuito, vista incentrata nei particolari, tatto sulla tela e gusto nell’assaporare le finezze danno risultati di bravura apprezzati e cercati. Interpretazione e carica di versatile agilità forniscono la solare essenza di un impegno pittorico che, nell’equilibrata struttura d’insieme, raccorda ritmo creativo e coerenza professionale. Segni decisi in colori raffinati ubbidiscono ad un sintetismo necessario nella maestria di un proprio messaggio.