Rosario Vesco

Enzo Minio

Mi è sembrato davvero molto curioso che un pittore di casa nostra, un siciliano, da qualche decennio emigrato fuori dall’Isola per ragioni di lavoro in quanto docente in scuole superiori, si potesse occupare di pittura e teatro, contemporaneamente. Lo stupore è subito scomparso quando ho scoperto casualmente che l’artista, autodidatta a partire dall’adolescenza, non dedicava la solita tela a qualche personaggio impegnato a recitare sul palcoscenico. Ho capito che la sua produzione pittorica era diventata organica e notevole perché l’interessamento per il fatto teatrale, culturale e di spettacolo doveva inquadrarsi nello “spettatore innamorato” che segue, con interesse e passione, l’attività dei gruppi teatrali amatoriali, alcuni dei quali, presenti nella sua terra natìa, hanno raggiunto livelli di grande professionalità, in termini di impegno quasi professionale, di risultati acquisiti direttamente sul palcoscenico e di unanimi consensi tra pubblico e critici. Stiamo parlando di un pittore, Rosario Vesco, siciliano, con origini messinesi Militello Rosmarino), e di un’associazione culturale, “Teatro Amicizia Allavam” di Ribera, che sono diventati in pochi anni un binomio quasi inscindibile, che si completano a vicenda.
12 Aprile 2006
LA PITTURA TEATRALE DI ROSARIO VESCO - Estratto dalla pubblicazione sulla rivista Boè - Marzo/Aprile 2006 - Ia parte
Rosario Vesco tiene a precisare che non ha mai voluto essere un pittore di barche, non un pittore che graffia, che confonde i propri soggetti, che gioca sull’astrazione. Non vuole dare della sua Sicilia un’immagine di comodo, quella dei contadini o dei minatori distrutti dalla fatica sono immagini di tempi passati che non sono da rimpiangere. Il pittore ha una concezione aristocratica, ideale, dell’arte e non ama chiamare “quadri” le sue opere perché nascono come spirito, come pensiero. Le tele, tutte rigorosamente ad olio, che Vesco ha dedicato fino ad oggi al teatro, sono un paio di dozzine, non sono nate per essere oggetto di commercio, nascono per l’animo e i sentimenti del pittore stesso che da’ loro vita, come creature che si affacciano per la prima volta al mondo. Di recente alcune opere della sua produzione “teatrale” sono state esposte in collettiva a Roma sia presso il teatro Flaiano, presso il Centro Culturale Egiziano dell’ambasciata d’Egitto, che ad Amalfi. La tematica della vita essenzialmente siciliana è stata al centro di una mostra di pittura personale che Vesco ha tenuto qualche anno fa a Cologno Monzese.
12 Aprile 2006
LA PITTURA TEATRALE DI ROSARIO VESCO _ IIa parte
Gli autori di teatro, ai quali l’artista ha rivolto una particolare attenzione, sono stati Feydeau, Pirandello, Scarpetta e di recente anche Ibsen, di cui quest’anno ricorre il centenario della morte. Degli autori di teatro Vesco non è un esperto, bensì un fruitore. Si pone ad ascoltare le loro opere, i loro messaggi come un bambino felice il quale, anche se sta per essere rappresentato un dramma, sa che in fondo di tratta di un gioco, di un momento per imparare e per crescere. E in quel momento, Rosario Vesco, dimentica di essere ingegnere, insegnante, pittore. Da bambino cresciuto, il pittore si accorge di avere davanti a sé una recita, riconosce i grandi autori e i bravi attori, le sapienti regie, coloro che lo fanno sognare. E dipingere è il suo modo di sentirsi in armonia con i grandi doni che tali persone chi offrono, disinteressatamente, giorno dopo giorno.
12 Aprile 2006
LA PITTURA TEATRALE DI ROSARIO VESCO _ IIIa parte